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MEMINI ME RICORDAMI

Il femminicidio di Alexandra Elena Mocanu a Bolzano

Alexandra Elena Mocanu, 35 anni, veniva trovata morta nel pomeriggio del 23 ottobre 2022 presso l'abitazione in cui risiedeva a Bolzano.

 Alexandra Elena Mocanu

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A lanciare l'allarme sarebbero stati i parenti del compagno della donna, Avni Mecje, 27 anni. La coppia era di origini straniere: lei romena e impiegata come barista in un centro commerciale cittadino; lui albanese e operaio edile. La donna era madre di un bimbo di pochi anni, nato da una precedente relazione, rimasto con la nonna in Romania. I vicini di casa a Bolzano, la sera di sabato 22 ottobre, avrebbero sentito delle forti urla provenire dall'appartamento della coppia seguite dal silenzio fino al pomeriggio del giorno seguente, quando la Polizia e i Vigili del Fuoco facevano irruzione nell’appartamento. L’albanese avrebbe contattato alcuni parenti a Verona per annunciare di doversi "allontanare dalla città perché ricercato". Gli stessi familiari avvisavano le forze dell'ordine. Secondo la prima ispezione del medico legale, il decesso risaliva a diverse ore prima del ritrovamento, probabilmente al giorno precedente. La vittima sarebbe stata colpita più volte alla testa con un martello, la donna era avvolta in una coperta.

Già nel 2019 e nel 2020, quando la coppia viveva a Verona, la donna aveva denunciato il compagno per maltrattamenti. Il procedimento era andato avanti d'ufficio e si era concluso con la disposizione nei confronti di Mecja dell'obbligo di dimora presso l'abitazione dei suoi genitori. Successivamente si ricongiunsero andando a vivere a Bolzano.

Il giovane  frattanto si sarebbe diretto prima a Verona, poi in aereo, avrebbe raggiunto il suo paese d'origine, l'Albania. Nelle ore seguenti però, probabilmente convinto dai parenti, tornava in Italia per costituirsi. La Polizia nel frattempo aveva già avviato le ricerche e il 24 ottobre lo rintracciavano all'aeroporto di Verona e accompagnato dagli agenti veniva condotto in carcere con l'accusa di omicidio volontario aggravato.‍ Nel corso dell'interrogatorio confessava il delitto. ‍Tuttavia, nell'udienza di convalida del fermo, svolta il seguente 27 ottobre, il giovane si avvaleva della facoltà di non rispondere.‍ Il giudice per le indagini preliminari ha convalidato il fermo e disposto la misura cautelare in carcere per pericolo di fuga e reiterazione del reato.‍

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