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Il femminicidio di Lijdia Miljkovic a Vicenza

Lijdia Miljkovic, 42 anni, è stata uccisa in strada la mattina dell'8 giugno 2022 nel quartiere Gogna di Vicenza.

Lijdia Miljkovic

La donna, originaria della Serbia, era madre di due figli di 13 e di 16 anni.‍

La vittima aveva appena accompagnato i figli a scuola e si stava recando al lavoro poi avrebbe avuto un appuntamento con l'ex compagno, Zlatan Vasiljevic, coetaneo originario della Bosnia-Erzegovina. I due avrebbero dovuto discutere del rogito per l'acquisto di una casa in cui la donna doveva andare a vivere insieme ai figli. Il quarantaduenne però, arrivato all'incontro a bordo di un auto, aveva sparato diversi colpi di pistola verso Lijdia. La vittima raggiunta dai proiettili avrebbe fatto in tempo a scendere dalla sua vettura, ma subito dopo crollava a terra. Vasiljevic si dava alla fuga, rendendosi irreperibile.  

Immediatamente sono stati allertati i soccorsi, purtroppo per lei non poterono far altro che constatare il decesso.

La signora Lijdia era impiegata in una ditta di servizi di pulizia. Circa 14 anni prima si era sposata con Vasiljevic, insieme al quale risiedeva ad Altavilla Vicentina. Dalla loro unione erano nati i due figli. Lei poi si era separata e, nell'ultimo periodo, si era legata ad un nuovo compagno. La donna era stata vittima di numerosi episodi di violenza messi in atto dal marito nel corso della loro matrimonio. Infatti l'uomo era stato condannato in via definitiva per i reati di maltrattamenti in famiglia nei confronti della coniuge, lesioni personali e minacce anche ai danni dei familiari di lei.‍ Nel 2019 il bosniaco era pure stato sottoposto alla custodia cautelare in carcere, successivamente attenuata con gli arresti domiciliari e il divieto di avvicinamento alla persona offesa. Misure che decadevano nel febbraio del 2021. La signora Miljkovic nell'ultimo periodo, per stare lontano dall'ex marito, si era dovuta trasferire a Schio (Vicenza) nell'abitazione dei genitori.‍

Nel pomeriggio dell'8 giugno 2022 Vasiljevic si  suicidava e veniva rinvenuto cadavere all'interno dell'auto con la quale era fuggito, parcheggiata in una piazzola di sosta della tangenziale di Vicenza. Nell'abitacolo era presente anche un altro cadavere. Si trattava del corpo senza vita della venezuelana, Jenny Gabriela Serrano, 36 anni, che aveva avuto una relazione, anche questa ormai finita, con il bosniaco.

Secondo le ricostruzioni eseguite dagli investigatori la sudamericana era stata uccisa prima di Lijdia. Zlatan in mattinata aveva convinto Gabriela a farsi dare un passaggio, nonostante i due avessero chiuso la loro relazione da diversi mesi. Una volta salito in macchina, già armato, l’uomo dopo una discussione, uccideva la donna con un solo colpo alla nuca, per poi recarsi con il cadavere ancora a bordo all’appuntamento con la moglie, per compiere il secondo delitto della giornata. Il malintenzionato, poi con l'auto imbottita di esplosivi, vagava per la città dove faceva esplodere due ordigni. Ignote le modalità con cui il bosniaco si sia procurato le armi e le abbia introdotte nella vettura. La sua furiosa corsa, finiva nel pomeriggio con l’estremo atto in cui si toglieva la vita con un colpo di pistola in bocca.

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