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Immagine del redattoreManuela Troilo

Continua il viaggio della rappresentazione delle sirene nell'arte dei Preraffaelliti.

Sir Edward Coley Burne-Jones (Birmingham, 28 agosto 1833Londra, 17 giugno 1898) è stato un pittore britannico, tra i maggiori rappresentanti della corrente dei Preraffaelliti in Inghilterra, la cui arte risentì delle influenze di Dante Gabriel Rossetti nel periodo giovanile e dell'arte rinascimentale Italiana (Botticelli, Ghirlandaio, Michelangelo) nella fase della maturità.

Nessun artista è stato tanto fedele ai suoi principi quanto lui. Le rocce, il cielo, gli alberi, i personaggi che popolano il «bellissimo, romantico sogno» del Maestro Preraffaellita non appartengono al nostro mondo, bensì costituiscono una dimensione a sé stante, in bilico tra il magico, l'onirico ed il fanciullesco.


Edward Coley Burne-Jones

«Io aspiro ad un quadro come un bellissimo, romantico sogno, di qualcosa che mai è stato e mai sarà - in una luce migliore di qualsiasi altra luce mai mostrata - in una terra che nessuno può definire, o ricordare, solo desiderare.»


Edward Coley Burne-Jones

Si può quindi affermare che questo suo stile estetizzante e simbolista, che per alcuni aspetti prelude alle forme dell'art noveau, sia frutto di questo suo mondo particolare, venutosi a creare quando il Burne-Jones era ancora un fanciullo. Egli, in effetti, non rendeva la propria arte come una fiacca e pedissequa riproduzione del reale, bensì la trasportava in un mondo fatto di pura bellezza, cromie tendenti al fantastico, raffinati virtuosismi. E finalmente l'arte di Burne-Jones, parzialmente discostatasi dalla religiosità tipicamente preraffaellita, si tinge di umori estetistici: l'unico fine, come postula il principio fondamentale del movimento, diventa «l'arte per il gusto dell'arte».


Edward Coley Burne-Jones

Sul Mare di John Keats

Di sussurri immortali avvolge lidi desolati

E con ansito possente riempie mille caverne,

Sin che l’incanto d’Ecate non l’avverte

Di ritirarsi, e lasciarle all’ombra sempiterna

Colme di grida. Spesso è così felice

Che la sua calma per giorni e giorni non smuove

La conchiglia caduta, quando i venti del cielo

Liberi infuriano in tempesta cupa.

Oh tu che hai le pupille stanche e afflitte,

Nutrile dell’immensità del mare;

Tu che le orecchie hai stordite di volgare rumore

O troppo sazie di troppo ricche melodie,

Ascolta, sino a trasalire, ciò che dicono le vecchie caverne :

Il coro, sembra, delle antiche ninfe del mare.


Edward Coley Burne-Jones

Edward Coley Burne-Jones


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