Qual'è stata la nostra fiaba preferita quando eravamo bambini?
Quale personaggio avremmo voluto essere e perchè?
La fanciulla buona e sola, la strega cattiva, la bambina incosciente e ingenua o la fata che fa miracoli?
Scegliamo ciò che vorremmo essere, ma c'è in noi una piccola parte di ognuno di questi personaggi, che sono legati a profili e caratteristiche psicologiche particolari.
La figura della fanciulla sola e buona, che affronta peripezie per scappare da una situazione di paura, può essere collegata al coraggio e al non abbattersi difronte a situazioni di difficoltà.
La figura della strega, in un bambino, evoca la paura mentre creando un profilo più psicologico possiamo accostarla all'ambizione, alla vanità e al senso di superiorità.
Per quanto riguarda la bambina incosciente e ingenua possiamo collegarla al passaggio dall'infanzia alla maturità, passaggio di ribellione e di rifiuto del consiglio materno.
Infine, potremmo riconoscere la fata come simbolo di protezione, potere materno ed esoterico e immortalità.
L'opera in ceramica da me realizzata è ispirata alla fiaba di Biancaneve, interpretata in versione “moderna” con una mela indossata come cappello in equilibrio sulla testa.
La mela, frutto dall'aspetto perfetto, rosso, rotondo e lucido era sin dall'antichità simbolo di tentazione e peccato e vista in psicologia come esperienza dissociativa dalla figura materna. Nell'opera la mela si trova sulla testa di Biancaneve per un motivo ben preciso: rappresentare e sottolineare la sfida nei confronti della strega e contro la morte. Infatti, il fatto che lei abbia la mela sul capo e non la stia mangiando o tenendo tra le mani simboleggia la forza contro la tentazione presente nella fiaba reale. Una forza, quasi eronica che la spinge a combattere contro il suo destino.
testo di Alessandra Francesca Spina
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