Salvador Dalì rimase letteralmente folgorato dal libro di Alice nel Paese delle meraviglie, al punto che realizzò una serie di litografie ispirate al romanzo.
John Lennon affermava che la fiaba che su tutte preferiva era custodita in due libri: Alice nel Paese delle Meraviglie e Alice oltre lo specchio e quel che vi trovó; una fiaba moderna che incuriosisce i bambini e affascina gli adulti per la sua originalità che non si ferma al solo racconto fantasioso del sogno di una bambina: il racconto ha diverse chiavi di lettura, alcune matematiche (la seconda parte del libro, le avventure attraverso lo specchio è una vera e propria partita a scacchi); alcune semantiche, basate su modi di dire e giochi di parole che purtroppo si perdono nella traduzione dall'inglese e si sviluppa, in modo curioso, dalle suggestioni di una particolare malattia…
Lewis Carroll (27 gennaio 1832-14 gennaio 1893), pseudonimo di Charles Lutwidg Dogson, matematico, fotografo e autore del famoso romanzo di Alice nel paese delle Meraviglie e Alice oltre lo specchio, soffriva di ferocissimi e invalidanti mal di testa. In alcuni momenti le emicranie erano così forti da costringerlo a prendere della morfina che gli causava, a suo dire degli episodi allucinatori. In quei momenti aveva percezioni distorte del tempo e dello spazio e aveva chiara la visione di oggetti e persone che improvvisamente ingrandivano o rimpicciolivano...
Il dottor Todd (1914-1987), medico psichiatra, nel 1955 circa, si trovò, per caso fra le mani, la fiaba preferita da sua figlia: il curioso libro che raccontava le particolari avventure di una bambina finita in un paese immaginario mentre inseguiva un coniglio bianco. La parte che più di tutte colpì lo psichiatra, fu l'episodio in cui Alice, dopo aver mangiato un fungo rosso e bianco, quindi un amanitha muscaria, fungo considerato allucinogeno, inizia a crescere in modo sproporzionato e a vedere attorno a sé un mondo diventato piccolissimo.
Il dottor Todd notò che lo Stregatto si muoveva apparendo o scomparendo un pezzo alla volta; che, nel libro, più volte Alice diventava molto piccola o molto grande, che alcuni personaggi avevano una percezione distorta del tempo e dello spazio. Grazie alla sua esperienza di psichiatra notò che gli "episodi allucinatori" di cui Alice era vittima, descritti da Lewis Carroll, somigliavano ai "deliri"di altri pazienti tenuti in cura da lui: vedere le persone avvicinarsi o allontanarsi un pezzo alla volta; vedere persone e oggetti diventare molto piccoli o molto grandi; vedere l'ambiente circostante muoversi, allargarsi, aprirsi, scorrere; ma percepire tutto questo con la consapevolezza di avere un'allucinazione momentanea, restando lucidi, sicuri di non poter ricevere alcun danno fino al ripristino della normalità.
Il dottor Todd iniziò a fare delle ricerche su Lewis Carroll per scoprire se la descrizione di questi fenomeni percettivi fosse di natura autobiografica. Scoprí così che l'autore di Alice soffriva di episodi allucinatori come quelli descritti nel libro che lo scrittore attribuiva all' uso di morfina e che queste "visioni distorte" erano accompagnate da fortissimi mal di testa, preceduti da una potente aura encefalica.
Sintomi identici a quelli dei pazienti dello psichiatra che erano vigili e assistevano alle allucinazioni dopo un fortissimo attacco di emicrania.
Non presentavano quindi altre patologie cliniche: né malattie mentali, né epilessia, né fortunatamente neoplasie del cervello.
Nelle sue ricerche su Carroll, lo psichiatra scoprì che lo scrittore, nel 1856, aveva contattato un celebre oftalmologo, il dottor W. Bowman; probabilmente aveva capito che i sintomi allucinatori di cui soffriva erano legati ad un disturbo della visione e su questo Todd concentrò i suoi studi.
In un certo senso si può dire che lo psichiatra sia stato un pioniere per lo studio di questa "malattia".
Nel tempo ne hanno sofferto molte persone, compresi diversi bambini. Essendo i sintomi molto simili a quelli di una comune malattia mentale le famiglie hanno taciuto per vergogna e per evitare pregiudizi, lasciando spesso i "malati" a vivere gli effetti di questa sindrome con timore, in totale solitudine e senso di impotenza.
Nel 2003 il dottor Fink è riuscito, partendo dagli studi di Todd a progettare un macchinario, perfezionato solo nel 2013 che permette di scansionare una neuro immagine dei pazienti affetti da "sindrome di Alice". Il macchinario rivela che l'occhio riceve le giuste informazioni visive ma poi la corteccia cerebrale ne distorce il risultato e il cervello riceve una immagine deformata e "allucinatoria".
Ancora oggi non si conoscono le cause reali di questa malattia e non è stata trovata una terapia idonea. La sua diagnosi consente però ai pazienti di non essere discriminati e di comprendere che non hanno una patologia invalidante se imparano a gestirne i sintomi.
L'ultimo medico ad occuparsi della sindrome di Alice è il dottor Liu che ne ha pubblicato gli studi relativi all'ambito pediatrico.
Todd, Fink e Liu nelle loro pubblicazioni si dichiarano "debitori" di Lewis Carroll, che con spirito ottimista e coraggio ha saputo trasformare gli elementi di una malattia in materiale narrativo e ha lasciato testimonianza, nel racconto e nei diari, di un'esperienza dolorosa che però ha potuto aiutare anche nei decenni successivi molte persone ad affrontare una sindrome sconosciuta.
Alice:"Per quanto tempo è per sempre?"
Bianconiglio:"A volte solo un secondo".
Testo a cura di Maria Grazia Morsella
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