E' nell'agire tangibile, con gesti simultanei al moto quantistico che, fluttuando alla velocità del non visibile si circoscrive questa sconfinante poesia. Nel non perdere le proprie tracce, Marina, amica di sempre, si scorge una terra di un solo pensiero: continuare a difendere con umiltà e saggezza i luoghi della Poesia. Non facile aprire le ali e spiccare il volo quando si tenta di attraversare una diga di confine dove "oltre" non c'è più luogo né mondo. Solo il "vuoto" nato a noi come vera poesia che, interpellato, si erge quale precursore di quello spazio denominato Universo. Così nell'Infinito di Leopardi, dove tutto involve e quell'infinito non si sa da dove sgorghi. Vero poeta è colui che vive il vuoto di infinito.
Ebbi visione
di un giardino d'aria.
Non v'era alcun richiamo alla vita.
Solo spazio
in pulviscolo di cielo.
Una preghiera posta in verticale
sradicata al cosmo delle Anime.
Implosa nell'azzurrità preziosa.
Una traccia della visione prima
del Creato
quando il Verbo nominava Cose
e l'aria ebbe da Colui che E'
il respiro.
Ora torna a noi
nella brezza della sera
quando nulla più può
essere detto.
Poiché del solitario mondo
siamo seguaci
eletti
ma non amanti.
Marina Petrillo
da "materia redenta"
31 luglio 2021
letture presso
Sala Orsini del
Museo dell'Agro Veientano
Formello RM
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